diletta

A cura di Emy
Titolo Originale: Ue wo Shita e no Dilettante

Edizione italiana: Diletta, 001 Edizioni, 2018 -completa
Volume unico, 18 euro, 396 pp.
ISBN 8871820169

Edizione originale: 1971, Jitsugyou no Nihonsha, volume unico.





Geniale e manipolatore, Ichiro Monzen è un produttore televisivo sempre alla ricerca di successi per nutrire il suo ego smisurato. Harumi Nagisa, ragazza di campagna ingenua e irrimediabilmente brutta, ha nondimeno una voce stupenda e, soprattutto, il potere di diventare bellissima quando digiuna. Monzen pensa di farne la stella del futuro. Peccato che il fidanzato di Harumi, lo scontroso mangaka Otohiko Yamabe, non sia affatto d’accordo. Quando, nel corso di un violento faccia a faccia, Otohiko precipita sotto le fondamenta di un palazzo in costruzione, il produttore pensa di essersene liberato, ma l’uomo è sopravvissuto. Rimasto imprigionato nel cantiere, per sopravvivere alle privazioni dell’isolamento, si rifugia nelle fantasie della sua fertile mente di fumettista.
Nasce così “Diletta”, il mondo immaginario dei desideri e delle ossessioni, dove Otohiko può trascinare chiunque lo circondi, uno strumento che può ipnotizzare l’umanità intera. Quanto basta per trasformare l’industria dell’intrattenimento in una spaventosa arma di distruzione di massa. E non poteva finire in mani peggiori di quelle degli eroi di questa storia.

Sardonica demolizione della “società dello spettacolo” e dell’idiozia che la sostiene, Diletta è ancora più attuale oggi di quando venne concepita, alla fine degli anni Sessanta (trama dalla casa editrice).
Diletta è un poderoso volume di quasi 400 pagine, serializzato in Giappone nel 1968 su "Manga Sunday". Alla fine della lettura, ancora una volta si resta strabiliati dall'imprevedibilità della trama e dalla densità concettuale sottesa agli eventi. Intanto "Diletta" non è, come si potrebbe pensare guardando la copertina, una donna né un vero e proprio personaggio: entra in scena solo a narrazione avanzata eppure è al centro della narrazione. Per certi versì è la narrazione allo stato puro, prima di essere organizzata, preparata e inscatolata come merce in un meccanismo produttivo dominato dalla logica del profitto.

"Diletta" è un mondo, un flusso di creatività tipico di un dilettante, dove l'immaginazione imbastisce narrazioni improvvisate, prive di coerenza e coesione, senza uno scopo che non sia quello della creatività pura nel suo farsi. Le idee più stravaganti e provocatorie, l'assoluta mancanza di un messaggio non dico politicamente corretto ma anche solo intellegibile non devono essere spiegati alla luce della ragione perché la loro ragione è intrinseca, simbolica e misteriosa.

Otohiko Yamabe, mangaka che non riesce a inserirsi nel sistema produttivo, rimanendo una figura marginale e del tutto trascurabile, è ricco di immaginazione e di idee irrisolte. Harumi Nagisa, la cantante dalla voce melodiosa e dall'aspetto ripugnante, è il simbolo dell'artista che non risponde ai canoni estetici dominanti e che pertanto finisce per essere esclusa dall'industria dell'intrattenimento. Otohiko e Harumi, naturalmente innamorati l'uno dell'altra, sono figure destinate a essere fagocitate dal grande mattatore e protagonista attivo della storia, Ichiro Monzen. Ichiro, abile e astuto, possiede non solo un ego smisurato ma la volontà e la forza di usare chiunque possa essergli utile per raggiungere i suoi egoistici scopi. In pratica un mostro di ambizione, una creatura votata al successo ma anche lui, in definitiva, uno sconfitto interiore.  

Diletta è un manga che parla di creatività e di potere, di come queste due realtà siano tra loro sostanzialmente incompatibili, di come il potere cerchi di strumentalizzare l'immaginazione e l'arte per ricavarne un utile materiale, finendo per asservire la prima (nella figura di Otohiko Yamabe) e stuprare la seconda (Harumi Nagisa). Ma, come scoprirà il lettore che arriverà alla fine del volume, non è detto che l'arte sopravviva alla forza omologante dello stereotipo, non è detto che l'immaginazione si possa imbrigliare poiché essa, nata libera, alla libertà del caos desidera tornare.

"Diletta" esiste ed esisterà sempre, con buona pace di chi cerca e cercherà di mercificarla, snaturarla, annientarla. Infine emerge l'umanità dei personaggi, umanità che viene abbracciata dall'autore come di consueto senza filtri, senza muri divisori: tutti i personaggi hanno pari dignità e medesima ragion d'essere, non c'è una morale consolatoria bensì la denuncia della schizofrenia che domina la società odierna. Grazie alla 001 Edizioni per aver reso disponibile in Italia questo capolavoro. 
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