Biografia

Osamushi secondo noi

A cura di DEDA

Potremmo stupirvi con effetti speciali, dirvi che una delle prime foto scattate a Tezuka lo ritrae con la matita in mano intento a disegnare, che alle elementari disegnava manga per i suoi compagni, che si è illustrato un'enciclopedia sugli insetti (sua grande passione) tutto da solo, che a 13 anni ha inventato uno dei suoi "attori" preferiti (Higeoyaji) e che ha inventato un modo tutto nuovo, cinematografico e dinamico, di disegnare manga.

Potremmo dirvi che, all'apice della sua carriera, dormiva solo tre ore per notte, che disegnava in qualunque luogo si trovasse: sdraiato a terra, in auto mentre correva all'aeroporto, sull'aereo e in albergo durante le vacanze. Che ha toccato tutti i generi e ha inventato standard...
Potremmo, potremmo... ma del resto, se siete qui, non è perché sapete già quale straordinaria persona fosse il dio dei manga, il nostro caro Osamushi?

Era il 1961, quando un'opera di Tezuka toccò per la prima volta il suolo italiano. Ma fu solo nel 1977, con Kimba il leone Bianco, che le sue storie divennero accessibili a tutti noi.
Chi era già a scuola disegnava i suoi animali sui quaderni... e chi era ancora all'asilo, come me, si faceva disegnare Kimba, dalla maestra, dappertutto anche sugli astucci. Fu La principessa Zaffiro a confermare l'amore di molti bambini per questo grandissimo autore. Era il 1980, le bambine si facevano cucire vestiti di Carnevale nelle fogge di Zaffiro, di Ragazza dai colori Soavi e addirittura di angelo Tink. I primi scarabocchi sui diari rappresentavano questa coraggiosa principessa, un po' biancaneve e un po' monello, che con la spada tratta andava avanti sul suo destriero bianco per sconfiggere "il perfido zio"... perché, malauguratamente, le era stato fatto ingoiare un cuore di troppo. 

Chi era Tezuka e cosa fosse era forse ignoto a molti di noi. Ma perché, tra tutti i cartoni che c'erano in TV, alcuni restavano più impressi di altri? Cosa c'era in queste forme tondeggianti e graziose a tenerci così incollati, mesmerizzati, davanti al televisore? Forse il fatto che queste storie ci parlavano della natura, quando ancora l'ecologia non era un tema "in voga"... forse il fatto che queste storie parlavano direttamente al bambino di tematiche anche serie, senza farlo sentire stupido e senza mentire. Si susseguirono serie come Toriton, I bon bon magici di Lilli (in assoluto tra le prime majokko - magical girls arrivate in Italia!), lo scimmiotto Songoku, Capitan Jet e infine anche Astroboy. Gli anni Ottanta furono ricchi e felici, in tal senso!
L'italia fu in assoluto il primo paese occidentale ad aver mandato in onda serie animate prodotte da Osamu Tezuka... (che firmava anche serie non scritte da lui e prodotte dai suoi studi di animazione: amanti di Rocky Joe, quel gioiellino di anime che ancora tanto ci commuove, era stato prodotto da Osamushi e nessun altro!) per questo motivo siamo stati anche uno dei primi paesi, se non il primo, ad avere i suoi manga proposti in cartaceo... sebbene con scarso successo all'inizio e ora, invece, con fortuna crescente.
Forse perché tra la visione degli anime e la pubblicazione delle opere in cartaceo son passati ben 20 anni! Qualche bambino, diventato un adulto serio e responsabile, ha lasciato alle spalle i sogni e gli amici dell'infanzia.... ma per i più nostalgici la presenza del materiale cartaceo ha avuto lo stesso significato che guardare un vecchio album di fotografie... o come quando un vecchio amico torna a casa dopo tanto tempo.

Qualcuno ha pensato: bentornato, Osamushi, bentornato e grazie!

Tutt'oggi possiamo ufficialmente celebrare la presenza costante di Osamushi in Italia e nelle nostre vite da più di 40 anni! E quindi non è bentornato che noi, del Club dell'Uncinetto, vogliamo dire, ma grazie di esserci sempre stato. Grazie per averci tenuto compagnia per gli anni della nostra vita, di essere stato l'amico della nostra infanzia, il maestro, lo zio lontano ma vicino, il nostro Osamushi... sempre. Se la biografia di Osamushi si ferma al 9 febbraio del 1989, senza quel premio alla letteratura che molti giapponesi avrebbero voluto fargli assegnare (e che avrebbe senz'altro meritato)... la biografia di "Osamushi secondo noi" continua sempre... perché per ogni pubblicazione, per ogni volume, per ogni storia che leggiamo, un pezzo di Osamushi torna e resta con noi per gli anni a venire e questo è il nostro Osamushi personale!
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