Curiosità - REPORTAGE: MOSTRA SU OSAMU TEZUKA A SAN FRANCISCO

A cura di Deda

Mostra itinerante della National Gallery of Victoria. In associazione con la Tezuka Production. Dal 2 di Giugno al 9 Settembre 2007 Location: Asian Art Museum, 200 Larkin Street, San Francisco, CA 94102.

La mostra consiste in una parte dedicata al fumetto: tavole originali a colori e bianco e nero del maestro (immaginate l'infarto! Non provavo una sensazione così... "mistica" dal 1993 - anno della mostra per i 60 anni di Topolino con disegni originali di Walt e altri artisti Disney!); ed è arricchita due filmati/documentari: uno sulla vita del mangaka e uno sulla vita dell'animatore Tezuka.
All'esterno della mostra, dove si trova un gigantesco Atom in Pvc, campeggiano la biografia del maestro e tutta una serie di tavole (disegni unici o pagine con fino a tre vignette prese prevalentemente da Crater, Dororo, W3). La mostra è divisa in tre parti: la prima parte è una sorta di introduzione al manga. Contiene storie semplici costituite da una pagina come unico fotogramma fino a una più scintillante sequenzialità (come cita anche il catalogo). La seconda parte mostra i manga per i quali Tezuka è più noto, dei quali ha prodotto animazioni.

E' stata strutturata così per mostrare da dove abbiano origine tante serie TV che molti visitatori occidentali (soprattutto americani) potrebbero scambiare per produzioni americane, visto che li conoscono con nomi e voci americani. La terza parte mostra i gekiga prodotti dagli anni 60 agli anni 80... (in pratica i seinen e i manga orientati a un pubblico adulto).

La mostra si apre su Metropolis, offre due copertine a colori del fumetto e le pagine originali (le pagine all'interno delle cornici sono sempre dalle sei alle sei, due sequenze diverse). Tra le pagine originali, quella della fine di Mitchi! Il primo impatto con le tavole è fortissimo. Non solo per la loro grandezza ma perché, osservandole da vicino, si può notare come il maestro utilizzasse inchiostro e bianchetto per determinare i suoi bianchi e i suoi neri all'interno delle tavole.
Sono rimasta sorpresa nel vedere come, qualora un disegno non gli piacesse, il maestro non esitava a incollare pezzi di carta per coprire la parte indesiderata e disegnarci sopra (e io che pensavo di essere la sola pigra a usare questa 'scorciatoia' - anche perché ridisegnare il tutto per un errore costa fatica!).

L'utilizzo del bianchetto avviene in modo assai intelligente e istintivo. Non mette bianchetto (che poi è gouache - tempera da design - bianca e coprente) sul nero, dove sbaglia (se sbaglia usa la carta), ma lo usa per accentuare le parti che ha lasciato in bianco... tipo le stelle in cielo, i bagliori.

Il lettering è scritto forse a macchina su pezzi di carta che poi venivano incollati nei balloons. La colla col tempo è ingiallita e questi pezzettini di carta spiccano, ma una volta scansionati e lavorati per la stampa, la riproduzione di queste tavole è ancora perfetta, come mostra bene il catalogo.

Dopo questo primo impatto con le pagine in bianco e nero di Metropolis arrivano le pagine a colori. Tutte colorate a tempera. All'inizio in maniera piatta, ovviamente con tanto uso di rosso (non dimentichiamoci che questi sono Akahon - akabon - dopotutto)... continuando il giro al design piatto si sostituisce il rendering preciso e realistico di forme e materiali (i metalli soprattutto sono estremamente ben resi)... e si nota una crescita stilistica e tecnica dello stile di Osamushi. Subito Dopo Metropolis c'è l'area dedicata ad Astroboy. Ci sono ben 6 disegni e copertine a colori e pagine estratte dalla serie nei diversi periodi dei suoi 18 anni di pubblicazione. L'evoluzione dello stile è evidente qui come non mai! Le copertine sono multicolori, vivaci, con meno rosso. Le pagine riportano alcuni degli episodi più noti della saga di Astroboy.

La copertina di Roboids del 65 è mozzafiato. Al secondo giro di boa mi accorgo di aver smesso di leggere le placche alle pareti o meglio di aver iniziato a leggerle con velocità 1) perché molto semplici ( forse troppo - spiegano un po' di trama e il periodo in cui il fumetto è nato e un po' delle cose basilari tipo "usando tecniche cinematografiche occidentali, movimenti di camera etc. etc., crea movimento) 2) Evitano forse informazioni assai più fondamentali e anche elementari da spiegare (per esempio non scrivono se il fumetto è incompiuto e perché, o perché la tematica affrontata è considerata innovativa e cosa rende questo fumetto diverso dagli altri - insomma non sempre collocano l'opera contestualizzandola storicamente).

Dopo la sezione Astroboy si entra in un "incavo" nella stanza dove si trovano Jungle taitei, W3, Ribbon no kishi e Fushigi na Melmo... Anche qui abbondano le illustrazioni a colori.

Quelle di Jungle taitei ancora col rosso... e alcune tavole mostrano la qualità tecnica del disegno del maestro (disegni eseguiti con la tecnica del pointilismo, per esempio), scene di massa in cui nessun personaggio è superfluo e la meraviglia della composizione così organica all'interno di un frame geometrico e preciso.

Arrivati alle illustrazioni a colori di Ribon no Kishi, il cuore si ferma per qualche attimo. I colori di Zaffiro e i dettagli sugli alberi nello sfondo sono qualcosa di davvero intenso. Il blu usato è pacato, elegante... le pagine mostrano la scena di Zaffiro che si veste da fanciulla dai colori soavi. La dimensione del disegno fa spiccare i dettagli e viene quasi da pensare "ah, perché non li stampano di questa dimensione!" *_*

Segue Wonder 3, bellissime illustrazioni a colori, nuovamente... l'illustrazione di Shinichi in moto, la prospettiva, i colori mostrano ancora una volta idee e tecniche davvero ground breaking!! Wonder 3, una serie originale nata come animazione per soddisfare quegli animatori che non si erano sentiti coinvolti negli altri progetti di Mushi Production (Astroboy e Jungle taitei)... divenuta manga in seguito sotto richiesta del "Weekly shonen magazine"... Subito dopo c'e' Melmo... ecco, le pagine a colori di Melmo sono un qualcosa di assolutamente spettacolare.

Questa volta la placca spiega che era un fumetto con scopo educativo sessuale... i disegni sono carini e allo stesso tempo sensuali. Ma le tavole a colori sono raggianti, vivaci... mostrano Melmo in vari costumi... ah, la prima vera majokko della storia! Persino le pagine in quadricromia presentano toni allegri e vivaci!

Chiusa questa parte, la mostra prosegue con i gekiga... Inizia con Black Jack. Anche qui illustrazioni a colori, tavole a colori *__* e le pagine originali di alcune delle storie più belle: "La donna più bella del mondo", "L'uomo col tatuaggio", "La nascita di Pinoko"... disegni che mostrano Black Jack che si opera da sè con l'aiuto di Pinoko e così via.

Segue Delitto e Castigo, seppure del '53, le cui pagine in bianco, nero e azzurro sembrano dovere tanto a certe inquadrature di Hitchcock. Chissà se lo pubblicano ancora con le pagine in tricromia! Svoltato l'angolo ci attende Ludwig B. Ancora una volta la placca sul muro non spiega molto del manga in se', spiega cosa lega Osamushi a Ludwig e che la curiosità di Osamushi fosse destata dal fatto che Ludwig traslocasse di sovente e ogni volta aggiungesse mura e dipingesse la casa di verde senza chiedere il permesso, causando problemi coi padroni di casa. Certo dire che questo era l'ultimo manga sul quale stava lavorando il maestro prima di morire... mah tant'é. Ci accoglie una copertina a colori, elaborata ed elegante.

Poi le tavole graziose e divertenti di Ludwig alle prese con la musica e Mozart... Kreuzstein è appena accennato in una tavola... lugubre, in ombra, in agguato. Accanto a Ludwig B c'è Bomba!, la storia di un ragazzo la cui personalità genera una sorta di alter ego con la forma di un cavallo, Bomba, che lo vendica ogni qual volta gli venga fatto un torto. La copertina a colori, blu, con questo cavallo dall'aspetto folle e furioso e una serie di silhouette nere che si contorcono, forse in preda al panico e alla follia... fanno prevedere il forte contenuto delle tavole. Tavole che documentano la discesa nella follia del protagonista... e che fanno quasi prevedere quella che sarà la ricercatezza grafica di Kirihito (con le sue spirali e le sue allegorie visive della schizofrenia)... anche qui immagini che si deformano e visioni che si sciolgono... lacrime che colano oltre il viso del protagonista, lungo la vignetta, dirette, per essere fermate solo dal bordo del disegno.

Diretto passaggio da Bomba! a Mw, il passo tra i due è breve. La meraviglia delle illustrazioni a colori è indiscutibile... un leggero ritratto in rosso di Michio Yuki, soave e diabolico al tempo stesso, poi le tavole... davanti le quali ho trovato difficoltà a trattenere i miei amici a cui avevo fatto da guida turistica fino a quel momento. E' il contenuto omosessuale a spaventarli e allontanarli. Li blocco e dico: "No, aspettate, dovete ascoltarmi!".

Non state morbosamente guardando qualcosa di imbarazzante. Siete testimoni di una deviazione che non ha nulla a che fare con la tendenza sessuale di quest'uomo ma con la sua delirante follia. "Wow, he did this too!" è il commento di uno dei ragazzi. Sì, Osamushi si mette in discussione... anzi non si mette in discussione... se il personaggio è a quel modo, lui te lo mostra nella sua interezza per quello che è. Li blocco nuovamente, nessuno passa oltre davanti al mio Michio Yuki... non mentre io guardo le tavole originali in totale abbandono amoroso. Da MW si torna indietro e lungo l'altra parete si incontra Kirihito. I manga non sono disposti in un ordine sensato... in effetti facendo il giro sul muro esterno dopo Delitto e castigo ti trovi davanti a Kirihito, poi ad Apollo's song, poi Mw, poi Human metamorphosis e Hi no tori, quindi devi tornare indietro per vedere Ludwig B, Bomba! e Budda... Avrebbero dovuto mettere frecce.

Perché Ludwig B si incontra troppo presto e sarebbe dovuto trovarsi nel fondo o accanto a Budda, altro manga biografico del maestro. Kirihito ci accoglie con le sue pagine a spirale e le illustrazioni ad acquerello in scala di grigi e ocra. I disegni tribali, ancestrali, le dettagliate tavole dei viaggi all'interno della follia. Il tomo americano di Kirihito racchiude tutti e quattro i volumi ed è alto quanto un dizionario. E' facile guidare i miei accompagnatori attraverso le tavole spiegandone la storia se uno di essi ha già letto il libro e non fa che sottolineare: "E' bellissimo, bellissimo!". Viste dal vero, anche queste tavole sono mozzafiato... e viene da pensare: "Come le ha concepite? Che cosa aveva in testa quest'uomo!!!".

Che universo intenso. Successivamente, accanto a Kirihito, troviamo Apollo's song. Le pagine iniziali della corsa degli spermatozoi... a colori! Lo shock è totale.

I miei accompagnatori si fermano pensando "che buffo!". E' vero, è una metafora buffa e fatta anche in maniera scherzosa, quella favoletta iniziale della corsa degli spermatozoi... ma a colori... ci troviamo davanti a una quadricromia... bianco, nero, seppia e rosso... in cui il rosso è sovrano.

Devo comperare il volumetto originale... tale è la bellezza di queste tavole.
Spiego la storia, spiego anche la teoria della canzone di Apollo e la teoria di Emy "se non accetti l'amore, tanto vale che tu diventi una pianta." Girato l'angolo, MW e poi Human Metamorphosis accanto. Okay, la vista delle copertine a colori di questo manga mi hanno fatto pregare intensamente Osamushi Kamisama per ben 28 secondi e mezzo "che qualcuno, in qualunque lingua a noi comprensibile, per l'amore di tutti noi, prenda questo titolo e ce lo pubblichi!" Stranamente, davanti a scene di amore saffico i miei accompagnatori non hanno bypassato. La storia di una donna disposta a tutto pur di ottenere quello che vuole. Le pagine sono forti, mostrano violenza e dolcezza allo stesso tempo... le mani si contorcono dal dolore... lo vorrei tanto leggere!

Gli ultimi due lavori presenti nella mostra: Hi no Tori, con tante delle sue cover a colori e Budda. Le pagine di Budda sono mistiche e maestose... una composizione stile mandala, serenità unita al dubbio. Il ritratto serio, ad acquerello, dai toni pacati di Budda, da la storia di Vatala, mentre col dito dubbioso alla bocca tiene gli occhi chiusi, chiude la parete. Sulla placca si legge lo scrupolo posto da Tezuka nei confronti di un'opera che non poteva essere troppo vicina alle scritture "non sono un pio buddista, che questo manga venga considerato come uno dei miei manga sci-fi con inclinazione religiosa!" Dirimpetto, Hi no tori. Il blu e l'oro dominano metà della parete... poi tavole su tavole dai diversi capitoli della saga. Karma, Resurrezione, Yamato, Guerra civile, il capitolo dello spazio... e così via. Difficile da spiegare l'opera di una vita, il lavoro di una vita, il compendio di una filosofia, narrando le storie dei vari capitoli ai miei accompagnatori. Solo la parete di Hi no tori mi prende mezz'ora di dettagliata spiegazione. Dalla mostra cartacea si passa alla sala dei filmati. Come? Adolf? Eh sì, il grande assente... Adolf e Ayako non sono presenti nella mostra. Ma mancano anche Unico tutto a colori e Nanairo Inko e Mitsume ga tooru, le serie della grande rinascita tezukiana degli anni Settanta dopo gli anni della crisi.

Che dire, la mostra non è immensa ma è intensa. Quello che non si vede all'interno della mostra cartacea è pero presente nei filmati esplicativi... scansioni di migliaia di tavole con didascalie... seguite da un secondo filmato con estratti dai film e gli anime più famosi. Spezzoni di Jumping, Cleopatra, Le mille e una notte, Broken down film, Bandar, la serie della Bibbia prodotte per la RAI (sì, l'hanno citata!), seguiti da spezzoni di anime come Mitsume ga toru, Toriton, Zaffiro, Jungle taitei, Dororo, Astroboy... e tanti altri filmati che fanno pensare "aaaah ma perché questi da noi non sono arrivati?" (oh, come vorrei vedere Dororo e Mitsume ga tooru!) Fuumon, Lunn flies into the wind (che è la storia di un poster!!! Come per Tales from the street corner). La visione dei filmati prende circa un'ora... di estasi totale. La gente è sconvolta dalle scene piccanti di Cleopatra e de Le mille e una notte, ride dinanzi a Broken down film e resta estasiata davanti a Jumping. Per tutta la mostra riecheggiano le note della sigla di Tetsuwan Atomu (Astroboy) e Capitan Jet... che canticchio allegramente passando da una tavola all'altra. Impossibile scattare foto, ci sono guardie ovunque e ti seguono... a prescindere, all'ingresso ti chiedono di spegnere i telefonini e se hai la macchina fotografica tolgono le pile! XDD Urge l'acquisto del catalogo per modestissimi 30 dollari. che riporta molte delle pagine presenti alla mostra, ma non tutte (ahimè^^"). Il gift shop del museo offre tazze (che mi sarebbero piaciute ma il trasporto sarebbe stato difficile), dvd e magliettine e borse... a un prezzo alquanto caro. Ho finito col prendere la maglietta della mostra e una borsina con un ologramma di Astroboy, col catalogo davano anche il poster della mostra (che andrà incorniciato).
Entrata nel museo alle 10:00 am ne sono uscita alle 13:30 circa. Disidradata per l'alta salivazione e forse con la pressione ai minimi storici causa epistassi continue.
Tutte le immagini sono di proprietà di Tezuka Production © Tezuka Production